Roma, evento gratuito con ecm: 8 novembre 2019

PRESENTAZIONE

Un nuovo approccio alla malattia psichiatrica giovanile oggi è possibile e necessario. Essere aggiornati sui progressi nelle conoscenze del neuro-sviluppo, della indagine sul funzionamento neuronale e della valutazione clinica nei soggetti giovani, è premessa fondamentale per rendere efficace e appropriato l’intervento clinico.

La malattia psichiatrica si manifesta nei bambini con una prevalenza pari al 7-10% e negli adolescenti con una prevalenza pari al 10-16%. Il 75% dei disturbi mentali si manifesta entro i 25 anni e la maggior parte di essi ha origine in adolescenza. La schizofrenia esordisce tipicamente nella fascia di età che va tra i 12 e i 22 anni. Il 20% degli adolescenti riferisce di aver messo in atto comportamenti autolesivi.

Esordio precoce e quadri sempre più complessi impongono oggi di rivedere: i concetti di diagnosi; la valutazione degli interventi sugli aspetti sindromici; gli aspetti della neuro-plasticità e del neuro-sviluppo in base ai risultati della ricerca e della pratica clinica.

La neuro-plasticità ci permette di adattare il nostro genoma alle situazioni ambientali, ai cambiamenti fisiologici e alle esperienze. I modelli clinici devono quindi saper valutare l’espressività genetica e la maturazione del SNC, oltre ad identificare gli ambiti diagnostici e le possibili comorbidità (disturbi di personalità, uso di sostanze, disturbi del comportamento alimentare, disturbi della condotta, ADHD) associate a disturbi a forte vulnerabilità genetica (ad esempio: i disturbi dell’umore e d’ansia).

I quadri psicopatologici che lo psichiatra deve affrontare sono cambiati e richiedono spesso una terapia complessa a causa di: comorbidità legate alle nuove dipendenze (anche da sostanze con effetti ancora non ben noti); quadri per i quali spesso la diagnosi e ancor di più la gestione clinica sono ancora in fase di studio; aumento del rischio suicidario.

L’intervento deve essere rapido al fine di minimizzare il danno che la patologia può portare in un periodo di sviluppo neuronale, dove la conclusione dei processi di neuro-plasticità corticale è tardiva (circa 20 anni di età) rispetto all’esordio e dove il soggetto sviluppa le basi del funzionamento sociale e lavorativo ma soprattutto mette a repentaglio il funzionamento scolastico e amicale.

Alla precocità di intervento e alla continuità tra i vari specialisti, va aggiunta la riabilitazione successiva all’intervento o meglio l’abilitazione considerando che si tratta di soggetti giovani che necessitano di un recupero completo e un reinserimento in un contesto sociale che minimizzi i possibili danni sullo sviluppo e sull’evoluzione psichica dell’individuo.

Tutti aspetti complessi che saranno affrontati durante il convegno per un aggiornamento professionale sul campo, attraverso il confronto non solo tra gli psichiatri e gli psicologi ma anche con i neuropsichiatri infantili, neurologi e tossicologi.

 

Per iscrizioni vedi volantino

 

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