Circolando

Pubblicato il 03-09-2015 da Luca Balducci - ( 2481 letture )

 

Ogni sabato sera sono in un locale diverso della riviera romagnola per fare prevenzione e prestare aiuto a chi si sente male. Sono gli operatori della coop Centofiori che gestisce il progetto “Circolando”, voluto dell’Ausl Romagna di Rimini.
I sabato sera li passano in discoteche o nei locali della riviera romagnola senza mai ballare. Per loro non c’è musica che possa distrarli dal compito che si sono prefissati: spiegare ai ragazzi i rischi legati all’assunzione di droghe e alcool.
Sono gli operatori del progetto ‘Circolando’, che dal 2005 si spostano con i loro banchetti tra i locali, i concerti e gli eventi pubblici organizzati nella provincia di Rimini con lo scopo di fare prevenzione.
L’intento è di evitare che i ragazzi si mettano alla guida ubriachi, far sì che siano coscienti dei danni legati al consumo di sostanze stupefacenti, distribuire profilattici per evitare la trasmissione di malattie sessuali. Un’informazione a 360 gradi che permetta a giovani – ma non solo – di vivere il divertimento in maniera consapevole, riducendo i danni che possono derivare da una vita d’eccessi. Nel corso del 2014 nelle 156 uscite fatte dagli operatori sul territorio provinciale sono state 6748 le persone che sono entrate in contatto con le postazioni di Circolando, tutte persone che l’hanno fatto di propria, spontanea volontà.

Il progetto, del Servizio dipendenze patologiche di Rimini dell’Ausl Romagna, è gestito dalla cooperativa Centofiori che si occupa di fornire un duplice servizio: informativo e di assistenza e riduzione del danno.
Nel primo caso i 12 operatori della cooperativa insieme con l’Ausl e i gestori dei locali stabiliscono ogni mese un calendario in cui programmare gli interventi da fare e i posti dove farli; nel secondo invece forniscono assistenza a persone tossicodipendenti.
“Il nostro compito non è solo fare prevenzione ma anche prestare aiuto – spiega Gianluca Fabbri, Coordinatore dell’equipe del progetto Circolando –. Durante le serate consigliamo ai ragazzi di fare l’etilometro in modo da convincere chi ha superato il limite a non mettersi alla guida, distribuiamo materiale di profilassi in caso di condizioni d’abuso e acqua e cibo a chi si trova in difficoltà”.
Un lavoro che non finisce all’alba ma che va avanti anche di giorno, grazie a una postazione mobile attrezzata per accogliere tossicodipendenti. “In questo caso parliamo di persone con una diversa dipendenza. Mentre la sera abbiamo a che fare con consumatori di alcool, cocaina, ecstasy o anche solo con persone che vogliono conoscere gli effetti del consumo di stupefacenti – continua Fabbri –, di giorno lavoriamo con tossicodipendenti da eroina. Con loro il percorso è differente perché in questo caso interveniamo sulla riduzione del danno. Li accogliamo nel camper e oltre ad ascoltarli e assisterli spesso forniamo loro le siringhe. Sia chiaro però: qui si parla di contenimento di un danno e non d’incentivo al consumo”.

Tra i ragazzi che durante le uscite notturne si rivolgono agli operatori, c’è chi l’ha fatto per avere informazioni e chi per chiedere aiuto nella singola serata. In tanti l’hanno fatto per chiedere l’alcool test: i dati che emergono descrivono come tra i ragazzi sia sempre più diffuso il consumo di alcolici. “L’alcool è la sostanza più assunta e funge da primo inibitore – spiega Daniela Casalboni, Responsabile del servizio dipendenze patologiche di Rimini –. Dopo di che si aggiunge l’uso di droghe. Parliamo, infatti, di poliassunzione e i rischi per la salute sono più alti. Lo scopo del progetto è andare nei luoghi dove i ragazzi si divertono e cercare di fare una prevenzione sul posto. Certo, con più fondi potremmo muoverci maggiormente ed essere più presenti”.

                                                          

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