Psichiatria domiciliare

Pubblicato il 12-11-2015 da Luca Balducci - ( 2473 letture )

 

 l’Assessore Saitta ha risposto in aula all’interrogazione urgente con cui abbiamo chiesto di superare la delibera n. 30-1517 del 3 giugno sulla revisione della rete domiciliare psichiatrica e riaprire il dialogo con le associazioni, i professionisti e gli utenti coinvolti.

Dopo il ricorso delle associazioni Diapsi e Associazione per la lotta alle malattie mentali, in data 29 ottobre il Tar si era espresso a favore della sospensiva della riforma regionale della psichiatria indirizzata dalla DGR, in quanto potrebbe provocare un "danno grave e irreparabile". Il timore di operatori, associazioni, utenti, nonché del Comune di Torino che a sua volta ha presentato ricorso, era che il passaggio della classificazione dei “gruppi appartamento” e “comunità alloggio” dall’ambito sanitario a quello sociosanitario portasse a un aumento dei costi, attraverso una compartecipazione della spesa del 60% a carico dei Comuni e degli utenti, con rischio di mancanza di risorse da parte degli enti locali, e di forte aggravio di spesa per gli utenti.

Come si legge nella delibera del Comune, all’interno della città di Torino sono presenti “nelle ASL TO1 e TO2 circa 100 Gruppi appartamento che ospitano 500 pazienti psichiatrici; la letteratura scientifica internazionale individua la minor istituzionalizzazione come uno strumento di cura esso stesso e pertanto i Gruppi appartamento svolgono un ruolo di cura assolutamente significativo per più di 1000 pazienti all’interno della nostra regione”.

Siamo contenti della risposta ricevuta, ora ci aspettiamo un superamento della delibera che vada in una direzione precisa: ristabilire la funzione riabilitativa delle comunità alloggio e dei gruppi appartamento – dichiara il Capogruppo di SEL Marco Grimaldi –. Giusto e necessario il riordino, ma normare la residenzialità psichiatrica non può voler dire cancellare la fondamentale  funzione riabilitativa dei gruppi appartamento. Non possiamo permetterci di perdere la professionalità degli operatori, né scaricare i costi sanitari sulle famiglie e sulla città. Aver chiaro questo significa difendere la storia di Franco Basaglia, che fa parte del nostro patrimonio politico, civile e culturale più prezioso”.

Di diverso parere, invece, è Franco Graglia di Forza Italia, che si sofferma sulla trasformazione della residenza per anziani di Lequio Tanaro in struttura psichiatrica.

 

"Non posso che definire come schizofrenica la posizione della Giunta regionale. Il 18 dicembre del 2014 l'assessore Saitta, citando le Linee d'Indirizzo nazionali per la Salute Mentale del 2008, affermava l'impossibilità di accorpare strutture di così diversa natura, oggi invece afferma che la Regione non ha gli strumenti legali per potersi opporre. Si tratta di una retromarcia peculiare sia dal punti di vista tecnico che politico".

"L'assessore - aggiunge l'azzurro - ha affermato di comprendere le motivazioni alla base delle preoccupazioni della comunità locale. Francamente questo non basta in particolare quando, solo a dicembre, si affermava che esistevano degli indirizzi nazionali che avrebbero negato la facoltà del Comune di concedere le concessioni del casoContinuerò ad occuparmi del problema sottoponendo al Consiglio regionale tutti quegli impatti negativi che potranno eventualmente sorgere laddove l'amministrazione di Lequio Tanaro non cambi idea accogliendo finalmente le legittime rimostranze dei cittadini".

                                                

Fonte targatocn

 

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