Pubblicato il 13-07-2015 da Luca Balducci - ( 1469 letture )
In Campania, su una popolazione generale di circa 6 milioni di abitanti, i soggetti presi in carico dai servizi per le dipendenze patologiche sono circa 3 mila. Numeri molto bassi, di gran lunga sottostimati rispetto alle percentuali che dicono che almeno 10 mila giovani sono soggetti a dipendenze patologiche senza contare gli adulti e i giovani adulti. “In Campania l’alcolismo giovanile è diventato un importante problema di salute pubblica – spiegaRosanna Romano, responsabile del settore fasce deboli dell’assessorato regionale alla Sanità - moltissimi ragazzini fanno un uso smodato di superalcolici senza rendersi conto dei gravi danni che ne derivano. Giovani, alcol e droga: come una “moda sociale” allarmante, in voga soprattutto tra minori under 16 che bevono per gioco, per sentirsi parte integrante del gruppo di amici o per sconfiggere la timidezza adolescenziale. Un comportamento che si sta diffondendo a macchia d’olio in tutto il mondo e che non lascia indifferenti medici e ricercatori. L’ultima tendenza è trasferire in chat le bevute, gareggiando in folli competizioni all’ultimo ‘cicchetto’.
“La pratica clinica – aggiunge Di Lauro – ci da ragione di essere molto preoccupati. I ragazzi non si rendono conto della gravità di questi comportamenti, perché non percepiscono l’alcol come una droga. Il nostro cruccio – aggiunge il medico - è non riuscire ad “agganciare” molti dei giovanissimi che vivono queste realtà.". “In Campania – aggiunge il dottor Antonio D’Amore, direttore del dipartimento Dipendenze dell’Asl di Caserta -, nonostante il fenomeno sia dilagante non abbiamo una grande afferenza ai servizi del territorio. Questo ci fa capire che esiste uno spread importante tra le persone interessate da alcolismo e i pazienti che chiedono aiuto. Del resto la presa in carico di questi pazienti è molto complessa e necessita di equipe multidisciplinari. Il vero problema è che i servizi in Campania, cosi come sono strutturati, non sono adatti ad offrire le soluzioni giuste. Riuscire a fare prevenzione ed essere capaci di intercettare queste dipendenze agli esordi consentirebbe anche di far risparmiare grosse somme al Sistema sanitario regionale”.
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